Agostino Bonalumi (1935-2013)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more
Agostino Bonalumi (1935-2013)

Blu

Details
Agostino Bonalumi (1935-2013)
Blu
firmato e datato due volte Bonalumi 69 (sul retro)
legno, vetroresina e nitro
cm 80x80
Eseguito nel 1969
Opera registrata presso l'Archivio Agostino Bonalumi, Milano, n. 69-023, come da autentica su fotografia
Provenance
Milano, Asta Christie's, 3 dicembre 1990, lotto 158
ivi acquisito dall'attuale proprietario
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.

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Lot Essay

"Bonalumi nella sua opera - oggi tra le più mature della giovane arte visuale italiana - ha percorso le diverse tappe oggettuali, che vanno dal dipinto divenuto oggetto autonomo, all'oggetto dilatato ad ambiente e integrato con l'architettuta, e può senz'altro essere preso ad esempio di questa particolare tendenza dell'arte moderna ancora suscettibile di interessanti sviluppi. [...] L'epoca tra il '58 e il '60 è stata per Bonalumi di grande importanza. Già nel '60 le prime tele monocrome, imbottite ancora rozzamente e non ancora decisamente geometriche, costituivano la prima autentica conquista dell'artista.
Ed è bene rammentare questa data perché è sufficiente a dirci come la "scoperta" di quello che gli inglesi definirono in seguito "shaped canvas" e che ebbe a proliferare durante gli anni Sessanta, sia stata effettivamente di Bonalumi prima che di tanti altri artisti che negli anni immediatamente successivi ebbero ad imitarlo. [...] Il dipinto, basato sulla tela monocroma, liscia o variamente corrugata e impastata, non era un fatto nuovo: già a partire dagli anni Cinquanta, diversi artisti l'avevano adottato (tra i primi in Italia, Fontana). Non solo, ma è di quegli anni la ripresa d'un vivace interesse per quell'indirizzo neoconcretista, rinforzato dagli apporti dell'arte programmata, che dette l'avvio a schieramenti come quelli del Gruppo Zero e delle "Nuove tendenze" che raccolse e affratellò, da tutta Europa, artisti di diversa formazione ma con un'analoga visione del mondo come Manzoni, Mack, Piene, Uecker, Castellani, Rot e Bonalumi. Mentre, però, la maggior parte di questi artisti dovevano rimanere ancorati ad un'eccessiva smania programmatrice, geometrizzante e tecnologica, Bonalumi riusciva tosto a evaderne, verso più fantasiose mete".
(G. Dorfles, Bonalumi, Milano 1973).